COSTRUISCI ANCHE TU LA CARITA’ A RIVOLI

Buongiorno a tutti,                                              SCARICA VOLANTINO FACILITATO

Quest’anno il nostro Vescovo ha scritto alle comunità diocesane una Lettera VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE in cui ha voluto approfondire il tema della Carità come caratteristica fondante della fede e delle nostre comunità ecclesiali.
Ha anche invitato le nostre comunità ad andare oltre la lettura del testo ma di creare occasioni per riflettere e per condividere i pensieri che abbiamo proprio sul tema della carità: cosa facciamo, cosa pensiamo, come ci atteggiamo in proposito?

Così nelle nostre parrocchie abbiamo organizzato degli incontri per i vari gruppi che vi fanno parte ma abbiamo anche pensato che è doveroso oltre che interessante sapere cosa pensa chi non appartiene a nessun gruppo ma che comunque fa parte delle nostre comunità.

Abbiamo così pensato di inserire questo foglio; chi di voi ha piacere di offrire un contributo personale a questa riflessione può farlo utilizzando questo allegato, che oltre a spiegarvi il significato di questo percorso riporta alcuni stralci della Lettera episcopale (che trovate sul retro) e tre domande che possono stimolare la vostra riflessione e a cui potete rispondere.

Le risposte che devono pervenire entro il 27 gennaio, possono essere lasciate nell’apposita cassetta che troverete al fondo alla chiesa, o inviate alla mail caritativauprivoli@gmail.com
Esse saranno raccolte e confluiranno in una sintesi generale che sarà portata al convegno del 21 febbraio COSTRUISCI ANCHE TU LA CARITA’ A RIVOLI.

Le domande a cui ti chiediamo di rispondere sono:

1. Perché nella mia vita vivo il servizio (in famiglia, nella società, nel lavoro, nella comunità)?

2. La mia fede mi spinge alla carità verso i fratelli e le sorelle?

3. Quali sono le fragilità (non solo economiche) presenti nella nostra città? Quali penso debbano/possono essere sostenute dalla comunità ecclesiale?

Dalle Lettera del Vescovo Roberto Repole

VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE

“Lo stare di Gesù davanti al Padre e lo stare dei discepoli in disparte con Lui sono ciò che permette di vedere la fame della gente e agire. L’agire, peraltro, non è un agire qualsiasi e non risponde alle logiche dell’efficienza mondana. Il primo dono di Gesù con i suoi insegnamenti è la Parola e solo dopo diventa cibo: una carità che ha il sapore stesso dell’Eucarestia. Ma perché questa carità possa raggiungere tutti è necessaria la cooperazione dei suoi discepoli, che devono mettere a disposizione i pochi pani e i pochi pesci che hanno. Quella caritativa è la dimensione essenziale e costitutiva della vita delle nostre Chiese.” (Pag. 2/3/4)
“La carità appartiene alla vita stessa della Chiesa e di ogni comunità cristiana. Come non può esistere una comunità cristiana senza lo spezzare del pane eucaristico, così non può esistere senza la condivisione di ciò che si ha e di ciò che si è. L’azione caritativa non si può ridurre a ciò che fanno i gruppi specializzati o i volontari. I gruppi siano forza di animazione per tutta la comunità a vivere la carità.”(Pag.5)
“La carità è un caposaldo della nostra vita ecclesiale? La carità cristiana non è welfare e neanche filantropia.” (Pag. 6)
“Se siamo chiesa della carità siamo chiesa che nasce incessantemente dall’amore di Cristo. La carità che riceviamo da Dio ci fa sentire persone, ci fa essere amati in ogni istante, ci ridona dignità. La carità non è autentica se non è sguardo che si posa la dove si dirige lo sguardo di Cristo: Cristo guarda negli occhi le persone.” (Pag. 7/8)
“Se non ci prendiamo cura delle persone e non solo dei loro bisogni trattandole con dignità facciamo una copia sbiadita della carità: nelle nostre comunità si vive la carità in modo sbiadito? Ci sono anche modi di fare la carità che umiliano perché lasciano l’’impressione che chi dona e chi riceve appartengano a due generi di umanità diverse.” (Pag. 9)
“Abbiamo il coraggio di proporre esperienze nuove e inedite ma sempre all’insegna dello stile amorevole, disinteressato, benevolo e misericordioso di Cristo? A cominciare dai nostri gruppi, non possiamo permettere che rabbie, litigi e competizioni contraddistinguano proprio quei gruppi che intendono nella Chiesa rappresentare la carità.”(Pag. 11)
“Tra pochi anni, non avremo solo minori risorse economiche. Avremo anche minori risorse umane. Abbiamo finora potuto garantire un impegno massiccio perché potevamo contare su comunità cristiane ampie.” (Pag. 12)
“Dobbiamo impegnarci ad un modo rinnovato di rimettere i cristiani a contatto con la parola di Dio, a proporre una formazione permanente alla vita di Cristo, a prendere sul serio il fatto che essere e vivere da cristiani non è più un fatto scontato. Possiamo dire che il problema della carità cristiana di domani è quello della formazione di oggi.” (Pag. 14)

Grazie per la vostra attenzione